Un intervento relativo alla primissima infanzia basato sullo Studio delle Emozioni Fondamentali.
E' noto che l'encefalo dell'essere umano, soprattutto quando è in via di definizione e sviluppo, è attraversato da una miriade di stimoli, sia psicologici che corporei. Disporsi all'osservazione del bambino con uno sguardo particolarmente attento alle emozioni che lo attraversano, significa avere in mente che la sensazione è l'aspetto propiocettivo dell'emozione, e che l'emozione qualifica il sentimento.
I bambini sono piccole persone. Per un neonato, ma anche per un bambino di uno/due anni, manifestare i propri bisogni attraverso le emozioni significa innescare un processo evolutivo che nel corso del tempo da più semplice accesso al diventare adulti più consapevoli e in grado di provvedere alle proprie necessità, senza sensi di colpa verso gli altri.
Il bambino può essere pertanto aiutato a entrare in contatto con le sensazioni che prova a un livello profondo e, anziché usare esclusivamente le domande dirette, si può provare con l'abitudine quotidiana ad ascoltarsi reciprocamente e quindi raccontarsi, accettando che molte volte il pianto è l'unico vero mezzo di cui il piccolo dispone per farsi ascoltare, ovvero riconoscendo che il pianto stesso ha toni, coloriture e sfumature estremamente diverse da sfociare in altrettante situazioni molteplici.
L'ascolto autentico trasforma il nucleo familiare in un luogo di condivisione di sé, fiducia, scambio.
Se si accettano queste premesse capricci e piccole/grandi arrabbiature dei piccoli diventano strumento di conoscenza e di possibilità educativa per i care-givers.